Occorrono politiche ambientali nuove e molto più efficaci. L’alleluja del presidente regionale dell’Arpa, che giusto un mese fa celebrava il miglioramento della qualità dell’aria, non ha considerato il dato di fatto essenziale: le emissioni di gas inquinanti sono eccessive. Simini non lo ha considerato perché il suo compito è quello di misurare e controllare, gli indirizzi non li dà l’Arpa – purtroppo – bensì la politica europea, nazionale, regionale e locale, che ha accettato limiti di pm10 e pm 2.5 troppo alti. Occorrerebbe un’autorità ambientale indipendente, ma intanto occorrerebbe dare più poteri, o almeno riconoscere subito maggiore autorevolezza all’Arpa anche così com’è. La sentenza del consiglio di Stato, che ha disposto di non cavare argilla in località Pianalto della Melotta, stabilisce che i vincoli ambientali superano le determinazioni degli enti locali, anche della Regione. E’ un principio di cui tener conto in generale.
Un giorno di pioggia non basta più per far scendere le polveri pm10 sotto i 50 microgrammi. Nella mappa regionale Cremona è in una situazione simile a quella di Milano, ed è peggiore del territorio che la circonda. Esiste chiaramente un problema locale che in vent’anni non è mai stato affrontato e risolto. Il sindaco darà maggiore ascolto all’assessore all’ambiente? La tutela della salute prevarrà finalmente sulla tutela degli interessi dei produttori di auto vecchio tipo, anche diesel, e di industrie con impianti ai limiti delle regole? Le responsabilità sono molto diffuse ma hanno un’origine.
Ieri a Cremona in via Fatebenefratelli la media delle pm 10 è stata 51, in piazza Cadorna 68, a Spinadesco 57, a Crema 49, a Soresina 45. A Cremona le pm 2.5 sono rimaste sopra 40.
In 35 giorni dall’inizio dell’anno, solo 4 volte l’aria di via Fatebenefratelli la soglia di 50 è stata rispettata. E’ il diciottesimo giorno consecutivo di sforamento.