CREMONA L’amministrazione Galimberti ha liquidato in anticipo, quest’anno, i premi destinati ai 13 dirigenti comunali, che se li ritrovano nella busta paga di aprile, mentre nel 2018 se n’era parlato a luglio. E’ l’effetto del contratto decentrato integrativo, firmato dall’amministrazione e dal sindacato dei dirigenti il 12 dicembre scorso, in modo da poter utilizzare per il premio di risultato i fondi stanziati nel bilancio dell’anno scorso. Il costo per il Comune è lo stesso del 2018, ovvero 150.366 euro, che sommati agli oneri arrivano a quasi 200mila. Colpisce l’incasso maturato dai dirigenti, che si prendono poco meno del 99% del fondo disponibile. A un anno dall’elezione della primavera 2014, infatti, la giunta Galimberti aveva deciso di porre fine, a Cremona, dopo tante polemiche nazionali e anche locali, alla consuetudine di assegnare ai dirigenti quasi sempre il massimo del premio di risultato disponibile, come se la loro produttività sfiorasse il 100% sistematicamente, trasformandosi quindi in una parte fissa del compenso, quando dovrebbe essere variabile ed eventualmente anche uguale a zero. E’ il nucleo di valutazione ad emettere le cosiddette pagelline: la severità del 2015, quando era stato speso in premi nemmeno l’80%, come garantisce l’assessore Maurizio Manzi, non è venuta meno. Sono anzi diventati “più bravi” in questi anni. Il sistema dei premi è cambiato: vengono scelti obiettivi sfidanti, valutati con un sistema di pesatura dimostrabile. La valutazione riguarda la performance organizzativa, il comportamento manageriale e il raggiungimento degli obiettivi individuali. Un dirigente, per esempio, non può limitarsi a sbrigare pratiche, poiché deve programmare e organizzare il lavoro altrui, rapportando anche al budget disponibile. Altri 60mila euro vengono ripartiti nella busta paga di aprile ai vice dirigenti, ovvero alle posizioni organizzative.