CREMONA Dopo un mese e una settimana dall’aggressione che ha segnato il comizio del ministro Matteo Salvini a Cremona, il 3 giugno, non ci sono dichiarazioni da parte degli organizzatori dell’evento politico, la coalizione di centrodestra, né da parte del stesso sindaco Gianluca Galimberti. Uno dei ragazzi del piccolo gruppo che ha ideato l’iniziativa, di mostrare la scritta “Ama il prossimo tuo”, parla anzi dell’“omertà” di Cremona e, chiedendo l’anonimato, analizza il modo in cui la notizia è stata gestita.
“Si può capire una certa prudenza prima del ballottaggio, ma dopo le elezioni, e dopo che la notizia è stata data e discussa su tutti i massmedia nazionali, ci si poteva aspettare una dichiarazione del sindaco Gianluca Galimberti, che pure è stato informato tempestivamente dell’aggressione e invece ha preferito tacere. C’è un’omertà diffusa, a Cremona, che tutela Salvini, il ministro che doveva garantire sicurezza e che sostiene un’idea di comunità sulla quale non tutti sono d’accordo. Al contrario, il candidato sindaco Carlo Malvezzi ha riso appassionatamente mentre Salvini irrideva la vittima dandogli del comunista. L’aggressione, con calci e pugni, nel video che conferma la ricostruzione che quest’emittente ha pubblicato il 6 giugno, è stata violenta ma nessun politico l’ha condannata. A eccezione di questa emittente, la notizia a Cremona non è stata data se non in ritardo di diversi giorni. E’ stato detto che in assenza di una denuncia non si poteva giudicare: una denuncia, però, non cambia la valutazione politica dell’accaduto, insiste il ragazzo cremonese. Nessuno ha offeso Salvini: è stato un gesto di opposizione civile, senza appoggi politici. Quel che è successo dimostra, conclude il giovane, che il comandamento evangelico è ancora scomodo. Altra considerazione è che Casapound ha dato appoggio a Carlo Malvezzi, ma non se n’è parlato. Infine, si è tanto discusso di bullismo, negli ultimi giorni: va detto però che il bullismo è stato sdoganato e viene praticato sul piano istituzionale.
